Immagine da: amosdudley.com
Il digitale ha invaso il settore odontoiatrico e molti studi dentistici e laboratori odontotecnici si sono dotati (o si stanno dotando) delle più moderne tecnologie di stampa per far fronte al cambiamento tecnologico che l'utilizzo del 3D ha comportato sconvolgendo, non poco, i processi lavorativi tradizionali ormai consolidati.
In ortodonzia, in particolare, aleggia da diversi mesi un interrogativo al quale non è per niente facile rispondere. L'interrogativo di base è:
E' possibile stampare in 3D direttamente gli allineatori ortodontici evitando la termoformatura?
Come anticipato non è facile rispondere a questa domanda perchè la risposta deve fare i conti con questioni normative e questioni biologiche. Questi due approcci, spesso, non vanno per niente d'accordo. Cerchiamo, nei limiti del possibile di fare chiarezza.
Ad oggi il metodo più consueto per la produzione di allineatori ortodontici invisibili è la termoformatura che rimane un processo seguito da tutti i tecnici del settore.
Con l'avvento della stampa 3D e di resine sempre più performanti però c'è chi si chiede se esistono delle resine per produrre degli allineatori che possano stare a contatto con il cavo orale del paziente per lunghi periodi. Su questo c'è molta confusione e, lasciatemelo dire francamente, le aziende che producono materiali di stampa 3D non ci aiutano di certo a chiarirci le idee, anzi, mettono ancora più confusione.
Ho fatto una breve revisione dei materiali messi a disposizione dai due marchi di resine più utilizzate nel settore dentale: FORMLABS e NextDent.
Analizzando i prodotti offerti da queste due aziende si può notare quanto segue:
FormLab
La FormLabs propone una resina chiamata Dental LT Clear che è una resina biocompatibile di Classe IIa la quale, sul sito ufficiale viene riportata come resina "ideale per bite rigidi, allineatori e ulteriori applicazioni dentali che prevedono un lungo utilizzo da parte del paziente".
NextDent
La NextDent propone una resina chiamata NextDent Ortho Clear che è una resina biocompatibile di classe IIa la quale, sul sito ufficiale, viene riportata come "Biocompatible Class IIa material for all types of splints and retainers".
Entrambe le resine sono in classe IIa secondo la direttiva 93/42/CE pertanto possono essere teoricamente impiegate in un utilizzo per un tempo maggiore di 30 giorni all'interno della cavità orale. Tuttavia, nonostante questo, l'applicazione concreta di queste resine è bassissima, se non addirittura assente. Perchè?
Perchè c'è una certa incertezza nel loro utilizzo da parte degli operatori del settore. Il lodevole atteggiamento "prudente" di dentisti e odontotecnici nel produrre allineatori direttamente stampati in 3D con tali resine deriva dal fatto che questi materiali non possiedono uno storico scientifico che possa rassicurare circa la loro effettiva biocompatibilità e non citotossicità.
Effettivamente è difficile capire se queste resine, una volta a contatto prolungato con il cavo orale, possano manifestare delle modificazioni strutturali della loro struttura chimica quando interagiscono con liquidi biologici presenti nel cavo orale (alcuni a forte connotazione litica).
Da una veloce ricerca effettuata su PubMed con le keywords (3D Resins orthodontic e 3D Printing Orthodontic Reins) nessun risultato è apparso con riferimenti specifici a resine utilizzate in ortodonzia.
Una così forte mancanza di riferimenti scientifici di letteratura causa una incertezza di fondo sull'utilizzo clinico (di routine) di queste resine.
La verità dunque è che dal punto di vista normativo sembrerebbe possibile l'utilizzo di tali resine per allineatori dentali (come specificato dai siti dei produttori) ma, concretamente, queste non vengono utilizzate per via della non conoscenza del risultato biochimico, biologico e biomeccanico a lungo termine.
Questo articolo, che ha scopo divulgativo, non contiene informazioni attendibili per prendere decisioni cliniche relativamente all'utilizzo di resine biocompatibili e non per la stampa 3D di dispositivi biomedici in odontoiatria.